Matrimonio

Dunque, matrimonio andato decisamente bene.
Ad esser onesti ero un po’ prevenuto (non dite che non ve lo aspettavate, non ci crede nessuno ;) cerimonia (cattolica..) a parte il grosso è stato il pranzo, apericena  meglio dire, iniziato alle 17.00 circa.
Un matrimonio tradizionale del sud (origini italiane lei, portoghesi lui) in un paese moderno come questo fa un po’ strano ma l’ho apprezzato, tradizionale si ma con delle iniezioni di queste parti, discorsi di amici e parenti al microfono dal palco in perfetto stile film, anche divertente direi, mi è piaciuto alla fine.

Volevo sbronzarmi.
Ho assunto abbastanza alcol, facendo svariate soste al bar, le gradazioni delle bevande qui sono inferiori a quelle italiane, non mi sono sentito neanche un po’ alticcio, in Italia mi sarei retto in piedi a per miracolo..

Nota sulle bevande: anche qui sotto i 21 anni non puoi bere e all’esterno non devi farti beccare con liquidi con qualche grado, per questo supermercati e negozi non hanno alcolici. L’acquisto è stato fatto nel megastore specializzato in alcolici e in quello in birre (dio dei proibizionisti….), nel primo, a parte il fatto che se non hai compiuto 21 anni non puoi neanche entrare, erano esposti anche i prezzi, cosa a cui non sono molto avvezzi (neanche a NY a dire il vero), e il ricarico minimo rispetto a noi è di un buon 15-20%+tasse quando va bene, inversamente proporzionale invece il grado alcolico, sempre quei 2-3-4-5 gradi in meno. Ubriacarsi è un privilegio dei ricchi?
In compenso il negozio di liquori era pieno di bottigliette piccole di tutte le specie, diciamo che la taglia era quella adatta ad essere inserita nella bustina per nascondere ciò che si sta bevendo, come fanno i classici ubriaconi nei film..

Martello, o meglio, mazza..

Ho finalmente trovato il martello, la mazza per meglio dire, per esser precisi da Hockey.

Buffa situazione una partita di hockey da queste parti, entri nello stadio e ti trovi circondato di sponsor e musica a tutto volume, ogni pausa, anche di pochi secondi, lanciano una canzone, finisce il primo tempo e ti offrono la pizza sintetica, neanche il tempo di finire la partita (persa :/) e gia’ la gente che se ne va troppo disciplinata, ti ritrovi poi in tre ragazzini di 10 anni vestiti con le magliette verdi della loro squadra del cuore in cui entrerebbero due/tre volte.

Proprio buffo ;-)

Domani matrimonio, sara’ divertente, credo.

Pime impressioni, quasi

Già da qualche giorno sono in Canada, a London, e questa mia permanenza rispecchia quasi completamente quella che feci anni fa: sono sotto una campana di vetro, il martello per romperla però non dovrebbe essere troppo nascosto, spero di trovarlo questa domenica..

La situazione che mi sto trovando, causa campana, è l’essere teletrasportato in un Paese ricco ed avanzato diviso in comunità molto legate al proprio paesino di origine, legate fin troppo, al punto che la mentalità qualche volta rimane agli anni delle migrazioni di massa, -anta anni fa. Per fare un esempio alcuni di quelli che mi leggono finirebbero all’inferno senza l’anello al dito o se mi scappasse un moccolo ad alta voce si attiverebbero immediatamente le procedure di scomunica (il che sarebbe anche divertente..)
Per il momento è questo che mi trovo di fronte, (un pezzo di) prima generazione di migranti, aspetto con impazienza di rivedere, meno al volo, la prima generazione nata qua, un altro livello decisamente, gente easy-going / take-it-easy.

Quello che scrivo ovviamente è dettato dall’essere costantemente in contatto con alcune persone piuttosto che altre decisamente piú aperte, quindi è una visione falsata di ció che realmente accade qui.
Cugine e relativi mariti (ebbene si, sono tutte sposate, l’ultima domani, sono qua per questo ;) sono infatti canadesi a tutti gli effetti, McDonald’s e amenità varie comprese.

Ad esser onesti sto trovando una situazione meno stressante e competitiva di NY e generalmente ricca, senza gli eccessi di una grande città, ma ne saprò di piú nei prossimi giorni.

Arrivo a London, On, Ca

Questo post l’ho scritto il giorno dopo il mio arrivo a London.

Ieri il viaggio è andato bene direi, poco più di 15 ore con tre cambi di bus e tre controlli di passaporto, strade infinitamente lunghe e noiose con cambi automatici che non danno alcuno spazio alla creatività o alla fantasia. :)

Ripensando alla grande mela, una delle cose che ho capito è che cercare di ottenere informazioni dai box con scritto “informations” è un’impresa ardua..

Oggi è il 18 e sono due giorni che non faccio almeno 6-7 km a piedi, devo riprendere il ritmo.
La città in cui sono adesso sta nella semi-provincia nord americana, non USA ma con molte influenze dallo zio Sam, siamo infatti ai confini e le bandiere a stelle e strisce spesso affiancano quelle rosse con la foglia di acero.

Mentre su NY era una cosa che davo per scontata vista la quantità di cose, persone, oggetti, ecc.. qui speravo fosse un tantino diverso, noto però che, nonostante degli input e qualche mezza parola sul riscaldamento globale, inquinamento, ecc, alcuni livelli di consapevolezza, presenti quotidianamente nel vecchio continente, mancano completamente,  dall’eccessivo uso delle catene commerciali ai prodotti di certe multinazionali di nostra conoscenza all’utilizzo costante e intensivo delle auto, allo spreco impensabile.
E’ il secondo giorno e devo ancora esplorare la città e le persone, lascerò qualche opinione più approfondita ai prossimi giorni spero quando qualche autobus preso a caso mi porterà in strani luoghi meno da telefilm anni 80. :)

Ultime da New York

Questo è l’ultimo post del blog scritto dagli NY e dagli USA in generale, domenica notte parto per il Canada e non so che disponibilità di rete avrò.

Oggi la giornata sembrave esser partita male, il programma era andarea vedere il ponte di Brooklyn dopo esser passato dalla zona di Lafayette Av, per fortuna una volta arrivato alla fermata del ponte il tempo è magicamente migliorato :)
Dicevo, il ponte di Brooklyn è una cosa enorme di metallo diviso in tre parti, in alto scorrono le automobili, sotto queste passa la metropolitana e ai lati corrono i manager che fanno jogging. Da poco meno di metà ponte si gode di una vista meravigliosa su Manhattan, io mi sono fatto il lato sud, su quello nord intravedevo gli altri ponti che collegano Brooklyn e Queens a Manhattan.

Fatto il ponte mi sono messo a girare su e giù lungo Manhattan per le ultime cose prima di partire, con calma ma non troppa nel tardo pomeriggio sono finito a Chinatown alla ricerca di un borsone, mentre ero là mi sono trovato in mezzo al traffico, di New York, quello che si vede nei film, proprio lui! le macchine non si muovevano, quando si muovevano andavano a caso, i semafori sono un optional che non tutti gli automobilisti sanno di avere a bordo, la gente inizia, timorosa, ad attraversare la strada anche fuori dalle strisce, cosa che in una situazione normale non avviene quasi mai; oltre al traffico su quattro ruote c’è anche quello su due piedi, centinaia e centinaia di persone sui marciapiedi che si affacciano, o fanno finta, sulle bancherelle e i negozietti di Chinatown, sopra, sotto, dietro, davanti al marciapiede, impossibile camminare, la massa vince, ci provi ma difficilmente hai la meglio, specie se hai un borsone enorme che ti limita i movimenti, ti fermi a guardare un oggetto alla bancherella, chiedi il prezzo, decidi che qualunque sia comunque non lo vuoi e te lo ritrovi in borsa dopo che il tizio del banchino quasi te lo tira dietro. Un delirio, un bel delirio! ;)
Nel pomeriggio, prima di Chinatown, sono tornato a Soho, così per piacere, di sabato ci sono decine di bancherelle in più rispetto ai giorni infrasettimanali, qualche cosuccia e via, il traffico su due piedi era quasi paragonabile a Chinatown.

A proposito di tirarsi dietro, oggi ho fatto qualche foto a dei palazzi (tanto per cambiare..), mentre le facevo c’era, sfiga, un tipo che veniva incontro a me, neanche me ne sono accorto, dopo 10 secondi me lo ritrovo accanto che mi blatera qualcosa, non è il caso e mi allontano, dopo qualche minuto sono in un negozietto a chiedere per il borsone che prenderò poi a Chinatown e me lo trovo dietro che mi accusa di averlo fotografato senza il suo permesso, tenta di far combutta col negoziante, lamentandosi che l’ho fotografato di nascosto, ma lo precedo mostrandogli la macchina mentre cancello le foto, si fotta.

Dopo l’acquisto della borsa sono andato a cena con Will dal messicano sulla 104esima strada, a Spanish Harlem, un piattone con un sacco di cose buone e piccanti. Mi mancava.

Vaffanculo

Oggi ultimo giorno di scuola, stamattina in corridoio mentre stavo per entrare in classe sento gridare un sonoro “vaffanculo”, buffo pensare che non ti capisca nessuno ;)

Anche oggi un pò di giri, per prima cosa il P.S.1, nel Queens, come opere esposte non mi è piaciuto granché ad esser onesti, la cosa più bella di quel posta è senza dubbio la struttura e come/dove sono state posizionate le opere nello scantinato, è un labirinto.. Appena entrato sento una voce in loop “Aiutoooo” mi giro e per terra noto un video di una tipa intrappolata, una cosa 3x3cm che ho pure pestato entrando da quanto si notava..

Uscito dal P.S.1 ho girellato un pò e mi sono diretto verso 5pointz, devo dire che questa zona è meravigliosa, un intero blocco pieno di scritte di tutti i generi, disegni, tag, ecc.. veramente bello, quando pensavo di aver visto tutto giro un angolo e mi trovo un altro pezzo mozzafiato!

Risalgo in metro e mi dirigo verso il Museo di Arte del Queens, effettivamente è un pò fra i lupi e si nota molto la differenza con la New York cittadina, grandi spazi, autostrada, parco immenso, case distanziate, quasi un’altra cosa. Motivo della visita è Panorama, un plastico del 1964 aggiornato ogni tanto che mostra tutta NYC in uno stanzone, poi me ne sono andato perché non stavo simpatico al guardiano..

Ancora metro e mi trovo a Jamaica, sulla Avenue qualcosa c’é un sacco di vita, come dice il nome la popolazione è piuttosto caraibica e spesso i negozi non hanno le insegne in inglese.

Vorrei fermarmi anche a Roosvelt Island ma la metro non concorda con me, così scendo sulla 53esima strada, mi faccio un giretto e capito di nuovo fra Central Park ed il cubo della Apple, non avete idea della quantità di iPod che sforna quel posto, oltre ad una fila di decine di metri alle casse, ai quattro angoli del negozio ci sono i commessi in maglietta verde che, lettore POS alla mano, vendo decine di iPod Nano all’ora.

Sono stanco e torno a casa, miracolosamente sono (finalmente) riuscito a fare una lavatrice e tornare a cena dall’africano vicino casa, con 6.55$ mi sono quasi abbuffato.

Ieri ho dimenticato di dirvi che fra i negozietti che ho visitato mi è capitato fra le mani il libro di Faith, al Greenwitch Village

Gigi la trottola

Tempo meraviglioso. La giornata comincia con la ricerca dello Starbucks dell’altro giorno, quello sulla strada, non trovandolo decido di cambiare ancora, scelgo un posto dove scopro che non posso sedermi e che mi fa bruciare lingua e mani col the, in compenso il biscottone non era male.

A scuola il prof ha portato il risultato dei dettati (farlocchi, avevamo appena letto il testo che ci avrebbe dettato, bah..), ho preso A+, preferivo una C– così si differenziava dal resto della classe.. Oltre a questo niente di particolarmente diverso dagli altri giorni tranne il fatto che, visto il mio programma della giornata, sono uscito una mezzoretta prima e una delle ragazze orientali è arrivata anche oggi a mezzogiorno (le nostre lezioni finiscono alle 13.00..).

Dopo scuola il programma era questo:
Empire State Building;
Un salto all’Actor’s Studio ed al Port Autority Bus Terminal;
Statua di Lenin;
Giro per negozietti;
Skyscraper Museum;
Festa di San Gennaro a Little Italy

L’uscita anticipata e la vicinanza alla scuola (2-3 avenue più in là) hanno aiutato, all’Empire State Building c’era una fila piuttosto lunga, anzi due, una prima di pagare e una dopo. Inizialmente non volevo andarci, dato che mi ero già fatto il Rockfeller Center, poi visto il tempo meraviglioso ho cambiato idea e ne è valsa la pena, davvero bello, 86esimo piano su Manhattan, uno spettacolo, incetta di foto anche qui e via per continuare il giro.
A piedi ho raggiunto prima l’Actor’s Studio per qualche foto dall’esterno poi un salto al Port Autority sulla 42esima strada, da qui metro per andare in fondo a Downtown di Manhattan per lo Skyscraper dove sono illustrati i grattaceli e le torri più alti del mondo, non mi è parso di notare alcun cenno ad edifici europei.
Già che ero lì ho fatto un salto al Museo di storia degli Indiani d’America, una stanza con 6 vetrine e quattro cose da vedere, era gratis ma poveri Indiani! Passo dal parchetto sul mare e dal parco col memoriale dell’11/9, una cifra di bandiere U.S.A. ed un tizio che vende magliette fisso al cellulare.

Spesso mi dimentico di mangiare (=! stuzzichino), sopra la fermata della metro ci sono degli indiani (sarà vero? :) che vendono del cibo, prendo un biscotto(ne) e me ne torno alla metro diretto per la 14esima, da lì scendo per la zona dei negozietti che mi hanno consigliato ieri, consiglio azzeccato, è la zona “radicale” di New York, il Greenwich Village e si trovano cose interessanti, è anche una zona studentesca, è qui infatti la New York University. Mentre giro per i negozi in fondo alla Avenue A con la Houston alzo gli occhi e trovo quello che cercavo, una bella grossa statua di Lenin, ebbene si, qui a NY si può trovare anche questo! Grazie della dritta bimbe :)

E’ giunta sera, per è il momento della festa di San Gennaro, Little Italy quindi..
Ancora metro e arrivo a Spring street mi giro ed è cosparsa di cose verde-bianco-rosso, luci, insegne, carta, di tutto, me la giro un pò per vedere che aria tira e non è male, anzi.. pieno di gente di tutti i tipi, colori, età, estrazione sociale, abbigliamento, devo dire che mi è piaciuta, se non fosse per il fatto che di italiano probabilmente c’erano solo le scritte o quasi, pochi i visitatori (o meglio, io non ne ho sentiti quindi posso benissimo sbagliare) italiani e pochi gli standisti, gli unici parlavano italiano erano due 60-70enni che smadonnavano in qualche dialetto del sud mentre avevano sul fuoco delle salsicce lunghe 3 chilomentri e mezzo ;) gran parte invece erano orientali (anche alle magliette “ufficiali” della festa;), sudamericani e pochi neri.
Dopo aver mangiato qualche dolcetto (olioso) non riesco a finirli e me ne tengo un paio per la colazione di domani, noto comunque che praticamente tutto quello che si trova in questa strada e che ha a che fare col cibo (parlo degli stand non dei ristoranti) è fritto, tutto fritto con un sacco di olio, che non hanno il tempo di far sgrondare, mi fanno quasi impressione..
Ad un certo punto trovo anche la chiesa di San Gennaro e una statua di Padre Pio sempre nel cortiletto, la statua del santo napoletano è piena di banconote di diversi tagli messe dalla gente che passa di lì.
Alla festa ho incontrato anche Fede, non ci vediamo spesso in effetti, lui parte domani pomeriggio, ci rivedremo al mio ritorno in Italia.

Sono stanco e me ne torno a casa, doccia rituale, ho sonno e scrivo in un pessimo italiano, spero vorrete scusarmi.

Domani incontrerò per l’ultima volta il mio spacciatore di °&%£# cinese, quasi mi dispiace, ha un ottimo sapore se caldo.
Domenica notte parto per il Canada

Buona notte..

I newyorkesi

Non hanno 1 ma 2 cani
Sembrano non avere bambini, o almeno li nascondono
Non attraversano quasi mai fuori dalle strisce

Hippy Whitney

Oggi alla fine Whitney, bella in particolare l’esposizione temporanea Summero of Love, dove mostravano immagini, pagine di giornali, video, installazioni, ecc.. del periodo hippy statunitense, veramente bella con immagini e suoni dai Rolling Stones ai Beatles passando per Andy Warhol, peccato il non aver preso la macchinetta sparasuoni..

Dopo il Whitney un giretto per il famigerato Bronx, 180esima strada, ad occhio meno mantenuto del resto della città, non solo di Manhattan, mi sono quasi perso ma una volta tanto le indicazioni per ritrovare la metro erano corrette (ndr: 8 newyorkesi su 10 danno le indicazioni sbagliate), autobus, gente molto, molto cordiale.
Dopo il giretto nell’estremo nord di New York ho voluto visitare un paio di strade consigliate la Bedford Ave e la Morgan Ave a Brooklyn, entrambre fortunatamente sulla stessa linea della metro, la L. Nel mentre ricevo un messaggio che, dopo tira e molla, mi da un appuntamento per andare a conoscere un famigerato personaggio che vive a NYC da qualche anno di cui sento parlare da tempo, lavora (anche) in questo bar/ristorante di un italiano, un milanese, (mi tocca tornare a Manhattan) mangio, prezzi altini ma apprezzabile, anche per la sua compagnia; purtroppo, a causa del mio frullare qua e là, arrivato ad una certa ora sono stanco e torno a casa, mi faccio una doccetta (gli sbalzi di temperatura qua sono una cosa che si fa odiare), due righe sul blog e poi a nanna..

Domani Lenin spero, il mio programma inizia ad essere serrato…

11 settembre 2007

Già con questo titolo rischio di comparire nei motori di ricerca :)

Mattinata piovosa con prima vera colazione (in generale) da Starbucks, caffèlatte con muffin e vista sulla strada compresa, come in ogni film ambientato a NYC che si rispetti, il caffè è proseguito per strada, per entrare nella vita newyorkese, bruciava, non ci sono più abituato..

Mr Banag, il prof fa i soliti esempi.

Nonostante sia l’11 settembre i giornali hanno titolato sul 2001 ma non troppo a dire il vero, probabilmente in italia sono stati più logorroici, l’aria è tranquilla insomma.

Ovviamente avevo invertito il Guggenheim con il Whitney, perciò oggi Guggenheim, erano aperti solo tre piani e non del tutto, piccolo ma bello, i classici insomma, la struttura considerevole.

Dopo il il museo mi sono diretto, dopo un po’ di esitazione, al Rockfeller Center, dal piano terreno ti fanno entrare in un ascensore con musiche e suoni, diritto al 67esimo piano e poi a pieni al 68esimo e 69esimo, una meraviglia, NewYork dall’alto, davvero bello, un sacco di foto (che ormai pubblico settimana nuova con calma), peccato solo per il maltempo che ha tolto un po’ di magia..

La sera sono riuscito finalmente a incontrare Fede (viviamo in due stanze adiacenti..) al ristorante giapponese consigliato da un elfo, il Mikaku, abbiamo spesu un botto perché ci siamo fatti fregare dalle birre, per il resto buono direi, grazie! :)

Nel mentre che aspettavo Fede pero’ (si lo so, devo finirla di arrivare sempre in orario nei posti), mi sono fatto un giretto per la zona, ho scoperto che la festa di San Gennaro a Little Italy inizia il 13 settembre e infatti stavano allestendo gli stand, sono curioso di vedere quanto di realmente italiano ci sarà. Contemporanemanete accanto, a Chinatown stavano smontando le bancherelle per la sera, odore di pesce ovunque, tutto quel ben di dio che esponevano sarà finito nei congelatori che i NAS chiuderebbero in 20 secondi (dovevate vedere il jappo!).

Con tutte quelle bancherelle e ristoranti italiani all’aperto mi è venuta una gran voglia di una cena al ristorante da Cinzia dell’Isolotto, chi sa mi accompagnerà al mio ritorno ;)